Fetal Monitoring Masterclass

Il travaglio di parto è il momento cruciale della gravidanza, in cui si concentrano le gioie e le paure della madre, della famiglia e del team medico-ostetrico. Il timore dell’esito infausto ha portato alla medicalizzazione estrema di un evento naturale in cui la fisiologia la fa da padrona. Diversamente da altri aspetti della medicina, alla medicalizzazione e applicazione della tecnologia non è seguito il risultato sperato, cioè la riduzione dei danni neonatali neurologici da causa intrapartale. Il delegare alle macchine la comprensione dei vari aspetti materno-fetali in travaglio ha determinato, invece, un allontanamento dell’evento nascita dalla fisiologia, con il ricorso al taglio cesareo come unica arma per risolvere i casi dubbi, in cui non si comprende l’esatto significato dei messaggi che la tecnologia stessa ci fornisce. Questa impostazione di assistenza, come ben noto, non ha portato, pensando al versante feto-neonatale, ad una riduzione dell’incidenza della paralisi cerebrale, ma piuttosto ad un aumento di alcune patologie iatrogene materne. Dalla sua introduzione negli anni 60, la cardiotocografia è la metodica strumentale su cui ci confrontiamo quotidianamente. Su di essa si sono susseguite letture diverse, stesure di linee guida, elaborazioni di algoritmi ma, ad oggi, rimane una metodica con diversi punti di domanda. Probabilmente solo una approfondita conoscenza della fisiologia della risposta fetale al travaglio di parto ci può aiutare nell’intercettare le deviazioni verso condizioni che mettono a rischio la salute del neonato. Per questo motivo abbiamo chiesto al Prof. Edwin Charndraharan, studioso ed esperto internazionale in fisiopatologia del travaglio di parto, di aiutarci nella comprensione dei fenomeni che guidano l’evento che ci porta alle soglie della vita.