Descrizione del corso L'esortazione conosci te stesso è un motto greco (Γνῶθισεαυτόν), iscritto sul tempio dell'Oracolo
di Delfi. Pensatori come Socrate e Krishnamurti hanno sottolineato perentoriamente l'importanza
di una conoscenza diretta e viva del mondo, il che non è possibile senza rendersi conto di come
funziona la propria mente, di come essa conosce e riconosce le cose. Capire questo
funzionamento significa prendere coscienzadei pregiudizi e condizionamenti per poter conoscere
noi stessi e l’altro tenendo conto dei filtri culturali.Il processo conoscitivo, sostiene infatti
Agostino, non può che nascere all'inizio dalla sensazione, nella quale il corpo è passivo, ma poi
interviene l'anima che giudica le cose sulla base di criteri che vanno oltre gli oggetti corporei.A
partire da Pitagora, che spingeva gli uomini a realizzare sé stessi, per arrivare a Immanuel Kant,
molti filosofi hanno espresso l'importanza di conoscere se stessi nella propria autocoscienza prima
di iniziare a scoprire le verità assolute.Più in generale il concetto d’identità personale è uno dei
cardini della filosofia occidentale, è riscontrabile sin dalle prime classiche trattazioni logiche di
Aristotele, nella teoria cartesiana del cogito, fino a giungere alle problematiche contemporanee
sull’identità personale; esso è fondamentale sia per la filosofia dell’essere che per l’ermeneutica.A
partire dai primi anni del '900, grazie all'influsso della neonata psicologia sociale e della sociologia,
comincia ad emergere l'ipotesi che l'identità sia anche il risultato di una attribuzione (da parte di
altri al singolo, e da parte di sé a se stessi) esterna di qualità che in seguito vengono reintroiettate
ed investite di senso soggettivamente, e non solo una qualità oggettiva della persona. In altre
parole, l'identità, in quanto qualifica di riconoscibilità applicata all'individuo dal gruppo sociale di
appartenenza, non è una entità, né una funzione identificabile della mente (come l'autocoscienza),
ma è piuttosto un giudizio. Questa definizione metterebbe, quindi, anche l'accento sul carattere di
convenzionalità, di incertezza e sulla modificabilità nel tempo dell'identità individuale. Il processo
di costruzione dell'identità individuale attraverso il gioco di rispecchiamento del soggetto con
l'ambiente sociale di appartenenza viene ben teorizzato proprio nei primi anni del '900 da Herbert
Mead (1934) il quale ipotizza l'esistenza di un meccanismo di introiezione di tipo sociogenetico; in
sintesi, l'ipotesi era che l'identità di una persona, stabilita socialmente attraverso forme
microinterazionali, venisse poi introiettata individualmente andando a costituire il nucleo del
senso identitario.Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo statunitense Abraham Maslow concepì il
concetto di "Hierarchy of Needs" (gerarchia dei bisogni o necessità) e la divulgò nel libro
Motivation and Personality del 1954.Questa scala di bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli,
dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere
sociale). L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo
progressivo. La psicologia di Maslow è detta anche “della creatività” e si inserì come la “terza
forza” nella psicologia americana divisa tra comportamentismo e psicoanalisi.Eglisi orientò fin da
subito sullo studio delle persone “sane e felici” e attaccò la psicologia imperante che, invece,
partiva da considerazioni fatte su individui patologici e sofferenti.Le critiche alla sua teoria,
vengono dall’eccessiva semplificazione dei reali bisogni dell'uomo e della loro importanza nella
formazione dell’identità sia in fase di sviluppo ma anche come capillari vitali per il benessere
dell’individuo. Più che una teoria che miri alla narrazione della psiche, Maslow costruisce una
perfetta teoria sulla costruzione dell’identità professionale. La scala sarebbe perciò più corretta in
termini prettamente funzionali alla semplice sopravvivenza dell'individuo, nella jungla lavorativa
del libero mercato, che in termini di affermazione sociale della propria individualità. Si tratterebbe
perciò di bisogni di tipo psicofisiologico, più che psicologico in senso stretto. Occorre ri-potenziare
i profondi valori universali che tutti ci accomunano come la dignità, il rispetto, la cooperazione e
l’altruismo al fine di promuovere una evoluzione, anche, delle regole stesse che dovrebbero non
solo governare una società, ma favorirla nel suo sviluppo più alto: un superamento delle difficoltà
attraverso l’integrazione delle risorse, le più diverse, a fronte di una contrapposizione, ormai
consunta e desueta e in cui non è possibile fare salvi i principi di cui sopra perché si origina
sempre un perdente e un vincente e la storia si ripete con buona pace dei fragili e dei deboli di
ogni tempo, che soffrono a causa dell’indifferenza e dell’assuefazione di molti... (Il “far niente”
non è solo non fare nulla, ma è anche “disfare”. Le società muoiono di “far niente”.E. Pasculli).
Verranno affrontati i punti di forza delle differenze uomo donna nella gestione delle
problematiche sociali (i contributi dell’uomo e della donna nella strategie di problem-solving e
nella gestione e risoluzione dei conflitti sono imprescindibili e complementari), i processi di
integrazione versus le strategie di contrapposizione nella comunicazione. Occorre implementare
percorsi formativi che favoriscano il comportamento pro-sociale a tutti i livelli.
Attualmente, grazie al contributo della psicologia culturale sappiamo che un neonato mentre sta
mangiando, si sta certamente nutrendo, ma il latte rappresenta soltanto una parte del suo nutrirsi;
sta mangiando la mamma e si sta cibando di emozioni e sensazioni. Non è soltanto il latte a nutrire
le sue cellule, anche tutte queste forti emozioni lo nutrono, in particolare arricchiscono il suo
cervello deputato ad assorbire e contenere le esperienze vissute.Studiosi di stampo culturalista
come Mead (1934), Vigotskij (1978) e Bateson (1972; 1979) sostengono, quindi, che ciò che viene
conosciuto come mente non è una "proprietà" che risiede all'interno di un singolo individuo ma il
frutto di una relazione che necessita la presenza di una dimensione altra con cui interagire.
L'identità personale sarebbe legata alle dimensioni di senso che la realtà rimanda e rende
disponibili al soggetto. Attraverso l'impersonificazione e la rielaborazione di ruoli, caratterizzati da
norme e prescrizioni, l'individuo incomincia ad "indossare gli abiti" che gli permetteranno di
strutturare un repertorio di comportamenti e di rappresentazioni di sé, attraverso cui procedere
nella costruzione e nella definizione della propria identità. Il sé e l'identità sono quindi frutto di
una interazione che mette in relazione l'individuo con sé stesso e con l'insieme di rappresentazioni
della realtà che ha costruito. Chiaramente la diversità delle realtà umane rimanda ad una pluralità
dei bisogni che al loro interno si generano, sia di carattere ambientale che culturale. Gli schemi di
tipizzazione, i processi di categorizzazione e i vincoli dettati dal genere sessuale di appartenenza
esercitano sull'individuo una importante funzione regolativa; la strutturazione della realtà passa
quindi attraverso un insieme di processi interattivi legati a numerosi tipi di variabili ed il sesso di
appartenenza costituisce un potente vaglio rispetto ai possibili ruoli e modalità di percezione della
realtà disponibili all'individuo. Con il termine ruolo si indica un costrutto attraverso il quale
vengono codificati attributi, prescrizioni e regole originati dall'interazione sociale, capaci di
vincolare i modi di essere e di agire delle persone in relazione ad un certo contesto o ad una certa
situazione. L'acquisizione di un sistema di regole e di significati condivisi, che permette
all'individuo la costruzione di una identità sociale, è regolata dalle differenti interpretazioni dei
ruoli sociali. Identità e ruoli sociali sono quindi legati da un processo circolare autoregolativo:
l'interpretazione di nuovi ruoli fornisce all'individuo un "guardaroba di abiti" con il quale costruire
sé stesso e nel contempo affrontare la realtà. Lo sviluppo dell'identità personale si realizza, inoltre,
all'interno di complessi processi circolari e autoregolativi. Ad esempio, l'appartenenza a un certo
ruolo sessuale comporta sin dalla nascita la messa in atto, da parte del contesto di riferimento, di
processi tesi a diversificare i due generi sessuali. La pressione sociale esercitata sul bambino e la
sua elaborazione soggettiva rappresentano i meccanismi principali attraverso cui si attua questo
processo di differenziazione. I genitori, i parenti ed il gruppo sociale di riferimento forniscono un
sistema di auto-rispecchiamenti attraverso cui il bambino inizierà ad apprendere ruoli, modalità
espressive e di comportamento coerenti con il proprio sesso di appartenenza. Un’ulteriore
contributo sulla conoscenza di sé stessi, viene dalla scoperta delle basi biologiche della psiche,
fatta dalle neuroscienze. Grazie alle numerose tecniche e strategie, le neuroscienze hanno
consentito di inquadrare e conoscere molti aspetti dei rapporti tra sistema nervoso e processi
mentali, sia dal punto di vista fisiologico che patologico; in particolare, hanno datoun
fondamentale contributo alla conoscenza delle basi biologiche della memoria e
dell'apprendimento, ai correlati neurobiologici dell'emozione, ai sistemi implicati nella
motivazione e nell'umore, in sintesi hanno fatto luce su come la cultura si interfaccia con la
genetica del cervello, producendo una nuova organizzazione funzionale e di significato: l’identità.
Il corso tratterà i fattori che contribuiscono a mantenere un’identità organizzata, fonte di
benessere per l’individuo ma anche gli aspetti patologici che nella dissociazione, trovano la
disgregazione dell’ identità stessa.
Argomenti del corso: Sviluppo sessuale ed affettivo dall’infanzia all’et à matura • Identità sessuale, identità di genere ed orient. se ssuale • Aspetti disfunzionali della sessualità e principali parafilie • Identità ed ambiente, i fattori ambientali che infl uenzano il benessere individuale • Aspetti patologici dell’identità: la dissociazione • Emozioni e bisogni: la strada verso se stessi • La relazione nella gestione dei conflitti • Empatia e comportamento prosociale • Conclusioni e verifica finale
Tipologia corso: Corso di aggiornamento tecnologico e strumentale